L’anima si allontana
moltissimo dal cammino che conduce all’alto stato di unione con Dio quando si
affeziona a qualche suo modo d’intendere, di sentire e di immaginare, o si
attacca al proprio parere e alla propria volontà, o nutre affetto per la sua
maniera di agire o per qualsiasi altra cosa, non riuscendo a sciogliersi e
spogliarsi di tutto ciò.
Nessuna forma, figura,
immagine o altra notizia celeste o terrena, naturale o soprannaturale che può
cadere nella memoria, è Dio.
Annientando nelle opere la
gioia vana, l’anima si rende povera di spirito, il che è una delle beatitudini
evangeliche di cui il Figlio di Dio parla dicendo: Beati i poveri di spirito poiché di loro è il regno dei cieli.
Quanto più l’anima si avvicina
a Dio, tanto maggiori sono le tenebre e profonda oscurità a causa della sua
fiacchezza. Come chi si avvicina di più al sole, per la debolezza e impurità
dei suoi occhi, deve necessariamente subire tenebre e pene maggiori causategli
dal grande splendore.
Gli umili, essendo
lontanissimi dal voler far da maestri, sono pronti a camminare e a prendere una
via diversa da quella su cui si trovano, qualora fosse loro comandato, perché
mai credono di riuscire in qualche cosa.
La notte toglie lo spirito dal
suo modo ordinario e comune di sentire le cose, facendolo passare a quello
divino, il quale è estraneo e lontano da ogni altra maniera umana.
O anima bellissima fra tutte
le creature, che desideri tanto conoscere il luogo dove si trova il tuo
Diletto, per trovarlo ed unirti a Lui! Tu stessa sei il luogo in cui Egli
dimora e il nascondiglio dove si cela.
Tutto ciò che in vita si può
conoscere intorno a Dio, per molto che sia, non è cognizione vera, ma parziale
e molto remota.
L’anima che desidera Dio, in
nessuna cosa trova conforto e compagnia; anzi, finché non lo trova, tutto le
cagiona maggiore solitudine.
Oh, se si riuscisse a capire
che non si può giungere alla densità e alla sapienza delle ricchezze di Dio, se
non entrando dove più numerose sono le sofferenze di ogni genere, riponendovi
la sua consolazione e il suo desiderio!
Per quanto un’anima abbia
sublimi notizie di Dio, sia dotata di contemplazione e conosca tutti i misteri, come afferma San Paolo, in nessun modo se
ne potrebbe servire per l’unione con il Signore se non possedesse l’amore.
O anime che desiderate
camminare sicure e consolate nelle vie dello spirito! Se voi sapeste quanto è
necessario che soffriate per giungere a questa sicurezza e consolazione, e come
senza di ciò, non potete pervenire alla meta desiderata, ma anzi potete solo
tornare indietro, non andreste in cerca di consolazione né da parte di Dio né
da parte delle creature. Abbraccereste anzi la croce e crocifisse berreste
fiele ed aceto puro, perché vedreste che, morendo così al mondo e a voi stesse,
vivreste in Dio con gloria di spirito.
Il Padre pronunciò una parola,
che fu suo Figlio, e sempre la ripete in un eterno silenzio; perciò in silenzio
essa deve essere ascoltata dall’anima.
Chi non cerca la Croce di
Cristo, non cerca la gloria di Cristo.
Procura sempre che le cose
siano un niente per te e tu un niente per esse, e, dimentico di tutto, rimani
nel tuo raccoglimento con lo Sposo.
È buona cosa tenere nascosti e
in pace anche i tesori dell’anima, cosicché neppure noi stessi li conosciamo e
vi fissiamo gli occhi. Infatti non vi è ladro peggiore di quello che è dentro
casa. Dio ci liberi da noi stessi; ci dia quanto gli piacerà e non ce lo mostri
finché vorrà.
Le parole distraggono, mentre
il silenzio e l’azione raccolgono lo spirito e lo rinvigoriscono.
In questa vita non si può
gustare essenzialmente Dio, quindi ogni soavità e diletto che l’anima prova,
per quanto sia sublime, non può essere Dio.
I pensieri sopra riportati sono tratti da: S. Giovanni della Croce, Pensieri, Il passero solitario, 1991