martedì 25 ottobre 2022

Corrado Passi - Rego Park

Corrado Passi, Rego Park, Castelvecchi, 2021

Che cosa significa appartenere a qualcuno o a qualcosa? E qual è il senso, la qualità della nostra eventuale appartenenza?

Rego Park è un romanzo di domande che investono il nostro essere nel mondo, il nostro rapporto con noi stessi e con chi ci sta accanto. Sono interrogativi non espliciti, tuttavia presenti nelle pieghe della narrazione, in profondità, sotto la superficie degli eventi e dei comportamenti dei personaggi.

La storia di Ellie e Liam, i protagonisti, è segnata dal passato, da traumi che assediano l’anima, da una solitudine che sa di sconfitta. Entrambi sono dei sopravvissuti, dei superstiti di un destino avverso dal quale cercano un possibile riscatto: Ellie, negoziatrice internazionale, è rimasta vittima di un attentato in cui ha perso la vista; Liam, invece, è prigioniero del ricordo dell’amatissima moglie prematuramente scomparsa. Il loro casuale incontro a Rego Park, nel Queens, si profila come l’occasione per tentare una nuova vita, per riappropriarsi di un senso smarrito da tempo.

Lo spostamento da New York alla California è per loro una sfida che mette tutto in gioco, in una condizione di equilibrio instabile e che oscilla continuamente tra passato e presente. Perché l’ombra di ciò che è stato non si è mai dissolta completamente e il baratro della solitudine e della sconfitta è una minaccia costante. Ellie e Liam restano, infatti, personaggi sempre in bilico, ciascuno con le proprie fragilità, le proprie manie e i propri fantasmi. Che cos’è che li ha uniti veramente? Che cosa hanno cercato l’uno nell’altra? E che cosa ciascuno ha trovato? Era quello il sogno desiderato, in grado di chiudere profonde ferite?

Si comprende, leggendo il libro, che la questione non riguarda soltanto la relazione tra i due, ma qualcosa di ben più vasto e complesso e che concerne l’esistenza. La loro vicenda è una riflessione sul tempo, sul grado di consapevolezza che abbiamo di noi stessi e sugli aut-aut che la vita ci impone («Ogni nostro gesto, o parola, determina, a livello cosmico, un’immediata conseguenza, grande o piccola essa sia» si legge in un flash improvviso). A ben vedere, le perplessità, i silenzi, le delusioni, o gli slanci emotivi e le aspettative dei protagonisti ci istruiscono sull’importanza del discernimento interiore per verificare la natura e l’autenticità delle nostre azioni. Forse è proprio questa la lezione che – dopo prove anche estreme – apprendono in qualche modo i due protagonisti: il loro percorso chiede di essere reinventato in altre forme di condivisione e di appartenenza, con sincerità, senza più maschere e senza «il peso della rabbia e del rancore», perché se le cose o le persone si trasformano «in una prova costante, una sfida perenne, esse divengono, a poco a poco, il tuo nemico giurato, l’antagonista al quale, prima o poi, dovrai dichiarare la tua guerra privata». E poi: «non basta recuperarla, una vita; bisogna viverla in un modo nuovo, diverso da quello che ci ha portati a perdere la precedente».

La scrittura di Corrado Passi riesce a condurre il lettore alla scoperta dei pensieri e degli stati d’animo dei protagonisti con notevole sapienza stilistica e psicologica. La sua è una prosa ben calibrata, che sa rivelare a poco a poco,  che ammalia e incuriosisce, capace di conferire grande valore ai dettagli, agli oggetti (il Bosendorfer, tra tutti), agli ambienti (il caffè dove Ellie e Liam s’incontrano, la loro villa sulla baia di Carmel, in California, «l’ultima terra prima della fine del mondo») e ai paesaggi (Cape Town, i deserti del Medio Oriente, l’oceano con le balene) che diventano in questo modo quasi coprotagonisti, in una mirabile fusione con la vicenda narrata, secondo uno sguardo mobile e preciso, cinematografico.

Un libro da leggere e da assaporare lentamente per cogliere tutte quelle sfumature, quei riverberi sottili che palpitano a ogni pagina.

Mauro Germani