martedì 22 dicembre 2020

LA CITAZIONE (n. 24) - David Maria Turoldo


Colloquio notturno


E quando la notte fonda

ha già inghiottito uomini e case,

una cella mi accoglie

esule del mondo. Gli altri

nulla sanno di questa mia pace,

di questi appuntamenti.

 

Forse neppure io stesso

saprei rifare l’itinerario del giorno,

ripetere la danza del mio Amore.

Quasi nulla avanza di me

la sera: poche ossa, poca carne

odorosa di stanchezze,

curvata sotto il peso

di paurose confidenze.

 

Allora Egli mi attende solo,

a volte seduto sulla sponda del letto,

a volte abbandonato sul parapetto

della grande finestra. E iniziamo

ogni notte il lungo colloquio.

 

Io divorato dagli uomini, da me stesso,

a sgranare ogni notte il rosario

della mia disperata leggenda.

Ed egli a narrarmi ogni notte

la Sua infinita pazienza.

 

E poi all’indomani io, a correre

a dire il messaggio incredibile

ed Egli fermo al margine delle strade

a vivere d’accattonaggio.

 

David Maria Turoldo