Da
anni aveva in mente di scrivere un romanzo, ma era continuamente disturbato da
un altro che – chissà perché – interferiva con il primo, boicottandolo. In più
c’era la sua vita.
Nonostante
tutto, non si diede per vinto e iniziò a scrivere. Pagine su pagine, che gli
parevano sempre più sconclusionate e incomprensibili. Che fare? Interrompere la
scrittura non gli era possibile perché posseduto da una forza invincibile.
Forse – pensava – avrebbe dovuto cercare
un colpo di scena, qualcosa di inaspettato in grado di riscattare tutta quella mole di carta che col tempo
aveva accumulato senza risultato.
Provò e riprovò. Innumerevoli furono i
tentativi di attribuire un senso a quanto aveva prodotto. Nessuna idea gli
sembrò valida. Nulla di davvero geniale gli balenò in mente. Un
giorno, esausto e avvilito, decise di porre fine alla sua assurda impresa,
dando alle fiamme tutto quel lavoro di anni. E mentre il fuoco divorava ogni
parola fino alla cenere, comprese improvvisamente (e con gioia) che proprio
quello era il finale necessario alla sua opera. Il suo capolavoro assoluto.