La mia Chiesa contiene il mondo, ma non è di questo mondo.
La
mia Chiesa è voce sussurrata e voce che s’innalza, preghiera e canto.
La
mia Chiesa è il grido della terra, ma anche silenzio, cuore in ascolto, meraviglia
che non ha parole.
La
mia Chiesa è la gioia degli infelici, il pianto redento degli sconfitti, il tremore sacro degli ultimi.
La mia Chiesa ha figli ovunque, conosce il nome di tutti e di ognuno la storia, i desideri, gli affanni.
La mia Chiesa non esclude nessuno, sa quanto è facile sbagliare, perdersi nel buio, abbandonare e sentirsi abbandonati.
La mia Chiesa aspetta sempre i non credenti per guardarli negli occhi e mostrare, se vogliono, il posto riservato a loro, perché Dio è per tutti.
La mia Chiesa abbraccia i peccatori ma combatte il peccato, non confonde i desideri con i diritti.
La
mia Chiesa chiede il sacrificio, la libertà d’inginocchiarsi e di pregare.
La mia Chiesa è pellegrina, non è immobile, è ogni volta antica e nuova.
La
mia Chiesa non ha partiti, non è di destra, né di centro, né di
sinistra.
La mia Chiesa è indifesa e forte, è sempre contro la guerra e si adopera per la pace in ogni occasione.
La
mia Chiesa non accetta compromessi, sta sempre con chi è ultimo, con chi non ha voce.
La
mia Chiesa è la grande mensa dei poveri, il pane e il vino benedetti, la cena
sempre apparecchiata.
La mia Chiesa è l'infanzia che dimentichiamo, lo stupore e l'innocenza che abbiamo perduto.
La
mia Chiesa compie miracoli grandi e invisibili dentro i confessionali, nel
balbettio di chi chiede perdono.
La
mia Chiesa è una mano santa che benedice e che non teme di sporcarsi nel fango
del mondo.
La
mia Chiesa è con tutti i sofferenti, gli assetati di giustizia, gli esclusi, i migranti, i
dimenticati.
La
mia Chiesa sa donare una carezza agli ammalati, è una madre che soffre e che
conforta col suo sorriso.
La
mia Chiesa prega con ogni moribondo, lo accompagna dove è atteso da sempre.
La
mia Chiesa è la promessa della resurrezione che verrà.