venerdì 9 dicembre 2011

Franco Manzoni - Nota su "L'attesa dell'ombra" (Schema, 1988)

Nota critica in quarta di copertina

Nell’antica tecnica della fusione degli eventi, appresi nel loro corso naturale e fatale, con il morbo del cambiamento e le urla sussurrate dell’aspettativa, la poesia di Mauro Germani si manifesta diluita in schietta narrazione dall’andamento ritmico consimile ad una prosa che subito voglia persuaderci di essere il limen dell’indicibile. Di più, la purificazione. E ancora oltre, ecco il mistero con la terribilità del cuore logorato dalla sofferenza delle passioni e la spinta esoterica alla rivelazione intera. Quell’ombra di eternità, quella divinità che sta al nostro fianco, impercettibile aureola, e che maledettamente incombe, viene cercata per poi esserne parte: è l’attesa di un’altra croce, nel destino infame di ancora sangue che coglie l’uomo e lo avvolge, nell’atterrarlo e farlo sacro con il martirio, mentre l’alito dell’ombra dio incalza, sola salvezza in cui specchiarsi e riprendere le nuove forme. E la poesia si fa allora maceria di un dire originario perduto.

Franco Manzoni