I tre condannati salirono insieme sulle loro seggiole. I tre colli vennero introdotti contemporaneamente nei nodi scorsoi.
-Viva la libertà! - gridarono i due
adulti.
Il piccolo, lui, taceva.
- Dov'è il buon Dio? Dov'è? - domandò
qualcuno dietro di me.
Ad un cenno del capo del campo le tre
seggiole vennero tolte.
Silenzio assoluto. All'orizzonte il sole
tramontava.
- Scopritevi! - urlò il capo del campo. La
sua voce era rauca. Quanto a noi, noi piangevamo.
- Copritevi!
Poi cominciò la sfilata. I due adulti non
vivevano più. La lingua pendula, ingrossata, bluastra. Ma la terza corda non
era immobile: anche se lievemente il bambino viveva ancora...
Più di una mezz'ora restò così, a lottare
fra la vita e la morte, agonizzando sotto i nostri occhi.
Dietro di me udii il solito uomo
domandare:
- Dov'è dunque Dio?
E io sentivo in me una voce che gli
rispondeva:
- Dov'è? Eccolo: è appeso lì, a quella
forca...
Elie Wiesel, La notte, Giuntina, 1980.