Sexus et Politica
è un album del febbraio 1970, che raccoglie dodici canzoni scritte da Virgilio
Savona su testi di autori latini vissuti nel periodo che va all’incirca dalle
guerre contro Cartagine fino al 180 dopo Cristo.
Questo
disco, che merita assolutamente di essere riscoperto, si colloca tra il primo
Gaber, “televisivo” e di successo, e quello maturo che darà poi vita, insieme a
Sandro Luporini, ad uno straordinario percorso artistico che durerà un
trentennio e che comprenderà non solo il Teatro Canzone, ma anche il cosiddetto
Teatro di Evocazione, di sola prosa.
La
voce di Gaber si trova qui in perfetta sintonia con i testi e le musiche di
Virgilio Savona, anima del “Quartetto Cetra”, dotato di formidabile mimica
all’interno del gruppo, e artista dalla “doppia vita”, in quanto autore in
proprio di canzoni controcorrente, che pochi conoscono, contrassegnate da una
forte polemica sociale e politica.
Il Premio Tenco ha così ricordato Virgilio Savona:
Il Premio Tenco ha così ricordato Virgilio Savona:
"…All’interno del
Quartetto Cetra Virgilio Savona rivoluzionò la canzone italiana fin dagli anni
’40, con l’uso dello swing e dell’ironia. Compositore raffinato e brillante
tanto per piglio ritmico quanto per felice vena melodica, realizzò come autore
e come interprete una sterminata produzione discografica, innalzò la canzone
per l’infanzia a vette di intelligenza mai sperimentate prima, portò alle
massime conseguenze lo strumento della parodia, fu protagonista di una
televisione di qualità’, oggi impensabile. Da metà anni ’60
la sua produzione comincia a contemplare delle canzoni di più forte impegno
civile, e nel 1969, lavorando anche al di fuori del Quartetto Cetra, una svolta
netta lo proietta tra i protagonisti della nostra “canzone d’autore”: scrive, canta
o produce dischi molto polemici nei confronti della società contemporanea,
soprattutto in chiave pacifista; dirige in questo senso la storica collana I
Dischi dello Zodiaco; adatta e musica testi di autori latini affidandoli a
Giorgio Gaber col titolo “Sexus et politica”; pubblica, per lo più con Michele
L.Straniero, una quindicina di volumi intorno ai patrimoni della tradizione
popolare.Virgilio Savona non ha tralasciato niente nel suo cammino, dalla più
immediata canzonetta divertente all’estrema invettiva politica, dallo scherzo
autoironico al cabaret intellettuale, dal jazz al folk. Nelle sue canzoni sono
custodite le nostre memorie, il nostro costume, i nostri modelli culturali,
tracce di letteratura, cinema, televisione, sport. Mezzo secolo di musica e’
passata attraverso di lui. La cultura italiana non potrà mai dimenticarlo”.
Nell'album Sexus et Politica l’incontro
Savona-Gaber risulta assai felice. Non a caso, poi, le strumentazioni sono a
cura di Giorgio Casellato, che di lì a poco si sarebbe occupato degli
arrangiamenti di molti spettacoli di Gaber, fin dal primo, Il signor G.
L’operazione
di proporre in chiave musicale e moderna brani di autori latini è indubbiamente
originale ed interessante ed è condotta da Virgilio Savona con grande scrupolo
e serietà, tanto che l’album è corredato da una serie di note esplicative
riguardanti i testi e gli autori, nonché da una bibliografia specifica. In uno
scritto introduttivo, si precisa che “ogni singolo testo corrisponde a un breve passo
tratto da un lavoro letterario di ben più vaste dimensioni”, tuttavia
intende riassumere con una certa compiutezza l’argomento affrontato
dall’autore.
Il
lavoro di Savona non è stato certo semplice, anche perché non ha riguardato
solo la traduzione dei brani, ma anche il loro adattamento alla canzone: ad
esempio, le frequenti ripetizioni di alcuni capoversi non sono presenti nei
testi latini, ma qui si sono rese necessarie per la “forma canzone”.
La
composizione delle musiche, poi, non ha potuto tenere conto delle melodie
dell’antica Roma, in quanto non abbiamo informazioni al riguardo e – tra
l’altro - per molto tempo i citaredi furono disprezzati. Sempre nel testo
introduttivo dell’album, si afferma che la musica delle canzoni è opera di pura
fantasia e “ricorda, sia pure in chiave attuale, i canti trobadorici” con “impasti
sonori ed effetti timbrici duecenteschi”.
Tra
gli autori scelti troviamo, tra gli altri, Quinto Orazio Flacco, Publio Ovidio
Nasone, Decimo Giunio Giovenale, Sesto Properzio.
Occorre
dire che il titolo dell’album, Sexus et
Politica, risulta un po’ riduttivo, se non addirittura fuorviante. Questi due
temi sono certamente presenti, ma il primo non è così centrale ed è rinvenibile
solo in due brani di Ovidio (Corinna
e Donne credetemi). Ciò
che invece domina nella maggior parte delle canzoni è un senso profondo di
caducità e di morte (si veda il pezzo che apre l’album, La pallida morte, e quello che lo conclude, E’ inutile piangere), insieme alla consapevolezza della precarietà della condizione umana, della meschinità del potere, della tragica assurdità della guerra e delle disuguaglianze presenti nella società. L’attualità
dei brani scelti deriva proprio dall’intreccio indissolubile tra tematiche
esistenziali e sociali, che peraltro sarà sempre presente in tutti gli spettacoli di
Gaber.
Mauro Germani