–
A te, Szloma – dissi, – posso rivelare
il segreto di questi disegni. Fin dall’inizio mi è sorto il dubbio di esserne
davvero l’autore. Talvolta mi sembrano un plagio involontario, qualcosa che mi
è stato suggerito, indicato… Come se qualcosa di estraneo si fosse servito
della mia ispirazione per scopi a me ignoti. Perché devo confessarti, – aggiunsi
a bassa voce, guardandolo negli occhi, – che ho trovato l’Autentico…
–
L’Autentico? – domandò col volto illuminato da un lampo improvviso.
–
È così, guarda tu stesso, del resto – dissi inginocchiandomi davanti a un
cassetto del comò.
Tirai
fuori dapprima un abito da seta di Adela, una scatola di nastri, le sue
pantofole nuove dai tacchi alti. Un odore di cipria e di profumo si sparse
nell’aria. Sollevai ancora qualche libro: sul fondo giaceva effettivamente
l’amata scartoffia, da molto tempo non vista, e riluceva.
–
Szloma – dissi commosso, –guarda, qui c’è…
Ma
lui era immerso in meditazione con una pantofola di Adela in mano e mi
osservava con immensa serietà.
– Questo,
Dio non l’ha detto, – disse. – Eppure come mi convince profondamente, mi
mette al muro, mi toglie l’ultimo argomento. Queste linee sono irrefutabili,
sconvolgentemente giuste, definitive, e colpiscono come il fulmine proprio al
centro delle cose. Dietro a che cosa ti nasconderai, che mai potrai
contrapporre loro, dal momento che tu stesso sei già corrotto, messo in
minoranza e tradito dai più fedeli alleati? Sei giorni della creazione furono
divini e chiari. Ma il settimo giorno Dio crollò. Il settimo giorno Egli sentì
una materia estranea sotto le mani e, spaventato, ritrasse la mano dal mondo,
benché il suo ardore creativo fosse calcolato per ancora molti giorni e notti.
Oh, Jòzef, fa’ attenzione al settimo giorno…
E
sollevando con orrore la snella pantofola di Adela diceva, come ammaliato dalla
scintillante, ironica espressione di quella vuota scaglia di vernice:
–
Ma capisci il mostruoso cinismo di questo simbolo al piede di una donna, la
provocazione della sua andatura libertina sopra questi tacchi raffinati? Come
potrei lasciarti in balia di questo simbolo? Dio mi guardi dal farlo…
Così
dicendo, con gesti abili si fece scivolare in seno le pantofole, il vestito, i
coralli di Adela.
–
Che fai, Szloma? – dissi sbalordito.
Ma
egli si allontanava velocemente verso la porta, zoppicando leggermente nei suoi
cortissimi calzoni a quadretti. Sulla porta girò ancora una volta il viso
grigio, poco chiaro e sollevò la mano in un gesto tranquillizzante. Era già
fuori della porta.
da Il
Sanatorio all'insegna della clessidra in Bruno Schulz, Le
botteghe color cannella, Einaudi 1970