Giorgio Gaber amava definirsi "un filosofo ignorante". Come Socrate, questo straordinario pensatore della nostra canzone d'autore sapeva di non sapere e la sua straordinaria umiltà ha fustigato tutto il conformismo e la stupidità dilaganti in questo mondo governato dalle apparenze e da un modo ipocrita di essere sani e liberi.
A dieci anni dalla morte, le sciabolate irriverenti del teatro canzone di Gaber sono ancora il monito che si affaccia su questa decadenza nella quale siamo precipitati e da cui non si intravede alcuna via.
Mauro Germani, poeta e saggista, dedica alle contraddizioni vitali di questo inascoltato profeta un'interessante monografia. Giorgio Gaber. Il teatro del pensiero è un meraviglioso viaggio nella scomoda inattualità del mondo gaberiano. Attraverso il teatro canzone e il teatro d'evocazione, passando per la sua carriere musicale, l'autore affronta nel libro i temi chiave trattati da Gaber. La società, il rapporto con il potere, l'amore, Dio, la politica e soprattutto l'uomo.
Gaber, irriverente voce fuori dal coro che non si nasconde dietro i suoi testi, e soprattutto libero pensatore che non ha paura di affrontare a viso aperto la maschera del conformismo e il leviatano del perbenismo che riduce l'essere umano a un manichino che fa finta di essere sano. A quell'uomo smarrito e senza illusioni, inserito in un sistema che tende a schiacciarlo, Gaber si rivolge con durezza. E' altrettanto severo nei confronti dell'uomo senza qualità e lo spinge a vivere diversamente, a cercare un senso alla propria esistenza.
Quello che manca è un uomo che sappia appropriarsi autenticamente della propria esistenza. Giorgio Gaber, prima di ogni cosa, a questo ha lavorato per una vita intera. La ricerca di un pensiero autentico che sappia prendere le distanze dall'ipocrisia delle mode culturali del momento e delle tendenze politiche vuote e autoreferenziali in voga. Quello di cui abbiamo bisogno è un nuovo rinascimento in cui l'uomo torni ad essere individuo tutto da inventare, in continuo movimento. Finalmente libero nell'anima e dai luoghi comuni di un conformismo che uccide le coscienze.
Mauro Germani, in questo documentato saggio, ci riporta la migliore lezione di Giorgio Gaber che profeticamente invita tutti noi a trovare il coraggio di abbandonare i nostri miseri egoismi e magari cercare un nuovo slancio collettivo: "Perché un uomo solo che grida il suo no è un pazzo. Milioni di uomini che gridano lo stesso no avrebbero la possibilità di cambiare veramente il mondo".
A questo impegno etico davvero non dovremmo sottrarci. Il temo è scaduto, ma in maniera conformista facciamo ancora finta di essere sani.
Nicola Vacca
Testo pubblicato su "Satisfiction", 5 luglio 2013