lunedì 21 agosto 2017

LA CITAZIONE (n. 2) - Edmond Jabès



“La scrittura non è mai una vittoria sul nulla, malgrado quello che se ne dice, ma al contrario un’esplorazione del nulla attraverso il vocabolo.”

“Il rischio è di aprire infinitamente il libro al libro. Questa apertura è anche il vortice, l’abisso: è in questa apertura che sta lo scrittore. [...] Dove il rischio è assente, non può esserci scrittura.”

“In ogni libro c’è una zona di oscurità, uno spessore d’ombra che non si sa valutare e che il lettore scopre a poco a poco. Ne è irritato, ma sente chiaramente che in questo sta il libro reale…”

“C’è un’esplorazione reiterata, spinta verso un altrove inesplorato, un fondo, un’origine ipotetici verso cui tende ogni scrittura. [...] Scrivere non è tenare di colmare il nulla e averne dunque una percezione acuta?”

“Il libro è sempre l’aldilà della parola, il luogo dove essa muore.”


“Esprimersi non è possibile se non attraverso la morte. La morte è lo spazio bianco che separa i vocaboli e li rende intellegibili. [...] Per lo scrittore, ogni parola scritta nasconde un’altra parola del tutto inafferrabile ma incessantemente differita e infinitamente più essenziale. […] Verso questa parola egli tende.”