venerdì 5 luglio 2013

Nicola Vacca su "Giorgio Gaber Il teatro del pensiero"



Giorgio Gaber amava definirsi "un filosofo ignorante". Come Socrate, questo straordinario pensatore della nostra canzone d'autore sapeva di non sapere e la sua straordinaria umiltà ha fustigato tutto il conformismo e la stupidità dilaganti in questo mondo governato dalle apparenze e da un modo ipocrita di essere sani e liberi.
A dieci anni dalla morte, le sciabolate irriverenti del teatro canzone di Gaber sono ancora il monito che si affaccia su questa decadenza nella quale siamo precipitati e da cui non si intravede alcuna via.
Mauro Germani, poeta e saggista, dedica alle contraddizioni vitali di questo inascoltato profeta un'interessante monografia. Giorgio Gaber. Il teatro del pensiero è un meraviglioso viaggio nella scomoda inattualità del mondo gaberiano. Attraverso il teatro canzone e il teatro d'evocazione, passando per la sua carriere musicale, l'autore affronta nel libro i temi chiave trattati da Gaber. La società, il rapporto con il potere, l'amore, Dio, la politica e soprattutto l'uomo.
Gaber, irriverente voce fuori dal coro che non si nasconde dietro i suoi testi, e soprattutto libero pensatore che non ha paura di affrontare a viso aperto la maschera del conformismo e il leviatano del perbenismo che riduce l'essere umano a un manichino che fa finta di essere sano. A quell'uomo smarrito e senza illusioni, inserito in un sistema che tende a schiacciarlo, Gaber si rivolge con durezza. E' altrettanto severo nei confronti dell'uomo senza qualità e lo spinge a vivere diversamente, a cercare un senso alla propria esistenza.
Quello che manca è un uomo che sappia appropriarsi autenticamente della propria esistenza. Giorgio Gaber, prima di ogni cosa, a questo ha lavorato per una vita intera. La ricerca di un pensiero autentico che sappia prendere le distanze dall'ipocrisia delle mode culturali del momento e delle tendenze politiche vuote e autoreferenziali in voga. Quello di cui abbiamo bisogno è un nuovo rinascimento in cui l'uomo torni ad essere individuo tutto da inventare, in continuo movimento. Finalmente libero nell'anima e dai luoghi comuni di un conformismo che uccide le coscienze.
Mauro Germani, in questo documentato saggio, ci riporta la migliore lezione di Giorgio Gaber che profeticamente invita tutti noi a trovare il coraggio di abbandonare i nostri miseri egoismi e magari cercare un nuovo slancio collettivo: "Perché un uomo solo che grida il suo no è un pazzo. Milioni di uomini che gridano lo stesso no avrebbero la possibilità di cambiare veramente il mondo".
A questo impegno etico davvero non dovremmo sottrarci. Il temo è scaduto, ma in maniera conformista facciamo ancora finta di essere sani.
Nicola Vacca
Testo pubblicato su "Satisfiction", 5 luglio 2013