venerdì 9 dicembre 2011

Mauro Germani - Livorno





EDITRICE L'ARCOLAIO - Collana  I codici del 900 - Euro 11,50

VOLUME FINALISTA ALLA XXIII EDIZIONE DEL PREMIO
LORENZO MONTANO
E AL PREMIO SAN DOMENICHINO 2009

Il libro è acquistabile on-line presso le seguenti librerie:http://www.unilibro.it
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oppure presso la casa editricehttp://www.editricelarcolaio.it

Livorno, fin dai primi componimenti, si offre come una "città Invisibile", che in quanto tale non si lascia mai di fatto incontrare nella scrittura di Mauro Germani. Livorno ci viene offerta più come un non-luogo, la traccia di un'assenza o dell'assentarsi di ciò che, per inerzia fruitoria, ci si potrebbe attendere di incontrare in una raccolta di poesie che porta il nome di una città...
Città in sé scontrosa, non-patria per vocazione, popolata più di ectoplasmi che di figure rassicuranti. Apparizioni che sembrano testimoniare del congedo di ogni trascendenza e, al tempo stesso, rendere urgente un presidio costante dell'immaginazione, un surplus di cura da parte dello sguardo poetico...
 
Fabio Botto, LA PATRIA DELLE OMBRE
in La poesia e lo spirito, 12 dicembre 2008, www.lapoesiaelospirito.wordpress.com



Dalla sezione "Livorno"


*
La morte che era nei Fossi
e quel futuro
quella parola nera
caduta per poco...

Restavano in silenzio gli anni
le cupole alte della notte
e le ceneri, gli avvisi
del tempo.

Restava così
la novella del mare
Livorno ed ogni voce
il mio pianto
in fondo al tuo nome.



*
Il duomo bianco nella notte
come un nome abbandonato.

E poi quel lamento del cielo,
i balconi accesi
nell'attesa,
sul precipizio del cuore.

Oh, lacrime senza volto,
fuoco d'esilio
e d'insonnia, congedo
di tutto l'universo.

Non c'era il tuo sguardo
a dirmi chi ero.



*
Chi ti rubava, chi ti sognava
quano nascondevi il tempo
e mi dicevi:"Resta ancora così,
resta in questa novella
bambino solo per me,
solo senza mondo,
attimo perduto della mia voce,
segreto del mio sangue.
Resta nel nulla che ami,
piccolo capitano del cielo,
piccolo fiore di vento..."



*
Il mare che chiamò
nella Fortezza
e subito divenne battito
in nome del tuo nome,
voce d'acqua
assediata dal tempo
e sempre
sempre leggenda
viso senza dimora,
febbre alta
nel cielo scoperto.



*
Non c'è - non ci sarà più
Livorno
o forse soltanto
qualcuno che scrive
su un piccolo foglio,
un'ombra lontana
che segna,
che macchia la terra.



Dalla sezione " Un dio di niente"



*
Scegliere il silenzio, ecco,
scrivere per non capire,
per non essere più...

Ma è così difficile
bruciare la voce,
così strana questa sera
malata e onnipotente,
questa follia di bocche
e di vento,
questo grido alle spalle
che sanguina
e trema
e mi perde.



*
Una casa per dire qualcuno oppure sempre.

Come a cercare un giorno,
una parola lontana, un tempo fermo.

Come trovare un'infanzia e una collina,
un attimo di terra, un destino vero,
nome e cognome in un punto solo,
una pausa infinita, un dio di niente...



Dalla sezione "L'Aperto"



*
Fu una domanda
una scintilla
negli occhi.

E poi
tracce senza
soccorso
una croce
vuota,
qualcuno
nel mattino
già freddo.

Tutto
a solcare
un pensiero
un grido
fermo
all'infanzia
che diceva
"è presto,
è presto questo
battere sordo,
questo morire
a frammenti
nel cielo
di marmo,
questo nome
che non so pronunciare".


da Splinder, 27 ottobre 2009